Buongiorno a tutti!
Ricordate che qualche tempo fa ho raccontato com'è stata la giornata prima delle nozze della mia amica Alessandra? (per chi si fosse perso il racconto, cliccate
qui)
Dato che ho trovato il suo racconto dolcissimo, pensavo sarebbe stato bello realizzare una "raccolta di racconti", attraverso una sorta di rubrica. Per cui, se avete voglia di condividere con me e i miei lettori (ma soprattutto lettrici) le vostre sensazioni, le emozioni, timori e aspettative...scrivetemi (trovate la mia mail nella pagina CONTATTI), sarò felice di pubblicare il vostro racconto!!!
Per il momento, se vi va, facciamo un salto indietro di 15 mesi (già così tanti?!?!? Ma se mi sembra ieri!) e torniamo alla mia giornata (e nottata) prima del "fatidico Sì".
A differenza di Alessandra, noi abbiamo deciso, sebbene già convivessimo, di fare i "tradizionalisti" (anche, lo ammetto, per questioni di praticità) e così sono andata a dormire a casa dei miei genitori, che vivono nel paese in cui poi ci siamo sposati.
La giornata prima del mio matrimonio l'ho vissuta all'insegna del relax: in mattinata un salto "veloce" dall'estetista per un'ultima aggiustatina. Una volta tornata a casa, abbiamo aspettato che arrivassero i Suoi genitori dal Piemonte. Dopo un po' di chiacchiere e un pranzo leggero con il mio quasi-marito e i miei quasi-suoceri, nel pomeriggio sono andata a casa dei miei. Salutare Andrea e sapere che lo avrei rivisto il giorno dopo, mentre avanzavo lungo la navata della chiesa, mi ha fatto un certo effetto. Ma ero stranamente calma. Io, nota per essere una persona che si agita per un nonnulla, stavo vivendo quella giornata in una sorta di "nuvoletta" di relax. Quanto sarebbe durato?
A casa dei miei genitori, dopo un veloce ripassino con mia sorella sulle varie cose di cui si sarebbe dovuta occupare il giorno successivo, è ricominciato il relax: tv e lettura conditi da chiacchiere con i miei (che a differenza mia erano sull'elettrico andante!).
La mia calma olimpica continuava imperterrita a resistere...nonostante gli sms e le telefonate di amici e parenti che chiedevano "Sei agitata? Tesa? Isterica?"...ma perché avrei dovuto?! Stavo per sposare l'uomo che voglio avere accanto per il resto della mia vita. A livello organizzativo ho fatto del mio meglio, l'imprevisto fa parte del gioco (che aplomb, vero?).
Ora di andare a nanna...ora di aprire la lettera che Andrea mi aveva lasciato prima di salutarmi, quel pomeriggio, davanti al cancello di casa. Una lettera dolcissima (con tanto di poesia scritta da lui!), che ha solo confermato e rafforzato (se mai ce ne fosse stato bisogno!) che lui è proprio tutto quello che mi serve per essere felice.
Sono andata a letto davvero con le galline (alle 22.30 già ronfavo della grossa).
Purtroppo l'agitazione in casa regnava sovrana, e ALLE 6 DI MATTINA mio padre ha iniziato ad aprire tutte le persiane, sbattendole accuratamente ("Ma come, già sveglia a quest'ora?!"...grrrrr...). Il momento più bello? Dato che ormai in casa eravamo tutti svegli ("Ah ma non è mica colpa mia!"), io e mia sorella, come quando eravamo piccole e la domenica mattina ci svegliavamo prima del tempo, siamo corse ad infilarci nel lettone di mamma e papà (il letto è sempre lo stesso, ma ammetto che ora ci si stava parecchio più stretti di un tempo!), a chiacchierare e rivangando dolci ricordi famigliari del passato. Un momento davvero prezioso, che conserverò come uno dei miei preferiti legati alle nozze.
Dopo, è iniziato il turbinio dei preparativi: truccatrice (Patty I LOVE U!!!), parrucchiere. Poi sono arrivate le mie amiche (perchè loro non potevano proprio mancare, avevo bisogno di vederle prima di chiunque altro!).
Forse è per questo che ero così tranquilla: sapevo che quel giorno ci sarebbero state tutte le persone DAVVERO IMPORTANTI per me. E questo mi bastava.
Finalmente è arrivato il momento: tutti sono entrati in chiesa, io sono scesa dall'auto di mio zio, mio padre mi ha presa sottobraccio e...ho visto Andrea, in fondo alla navata. E in quel momento, sapevo solo che tutto era perfetto e io ero perfettamente felice.